Cose da femmina e cose da maschio?

Ovvero: Come cercare di far capire ai villici dei giorni nostri che siamo nel 2021 e che il pregiudizio artistico di genere è tremendo.

Stai facendo cose da femmina o da maschio!?
  • Perché ascolti musica da maschio?
  • Ma ti piacciono davvero i film da uomo?
  • Se scrivi così vendi di più con lo pseudonimo maschile*
  • Lo sapresti fare meglio se fossi un donna!
  • Questo colore è da femmina.
  • I veri uomini non leggono certe cose.
  • Che musica da ragazzina!

Potrei continuare per giorni con frasi, più o meno discutibili, che mi sono sentita spesso rivolgere durante l’arco della vita.

E tu, ti sei mai sentito dire cose del genere?

*questo sarà argomento di uno dei miei prossimi romanzi

Perché le categorizzazioni di genere sono infami.

No, dai, non solo perché la gente che le usa di solito è infame. Le categorizzazioni di genere fanno stare male chiunque, certo, ma ci sono persone che vivono situazioni delicate in cui, una frase simile a quelle sopra, provoca un trauma.

Addirittura? Già. Fra l’altro, senza dirlo troppo ad alta voce, questa è una delle fondamenta del bullismo. Prendere un’altrui capacità/tendenza personale per rigirarla contro ridicolizzando, celando insulti e ferendo. L’arte dei manipolatori e, parlando in stile #contessadelself, degli stronzi.

Scrivere romance è da femmina, ascoltare death metal è da uomo.

Un po’ come se ciò che abbiamo fra le gambe facesse davvero la differenza riguardo alle nostro passioni e inclinazioni artistiche. Questa mentalità è figlia della cultura sessista ma, purtroppo, non solo. Nel 2021 ritrovarsi a dover difendere o peggio giustificare le proprie capacità discutendo sul genere di appartenenza non è solo ridicolo, è anche notevolmente umiliante.

Sì ma c’è più letteratura rosa scritta da donne / ci sono più film di guerra diretti da uomini.

Vero. Ma anche questo si ricollega sempre al discorso precedente.

L’emancipazione femminile risale all’incirca agli anni ’70 eppure, cinquant’anni dopo, stiamo ancora facendo discorsi sul genere.

Cosa potete pretendere andando a pescare in quelli che sono i grandi classici antecedenti?

Inoltre, mettiamoci anche che, dati questi pregiudizi, la possibilità di emergere e sfondare in alcuni settori “maschili” è notevolmente inferiore. Ancora oggi è così, pure in culture tecnicamente evolute come dovrebbe essere la nostra. Purtroppo.

Il discorso vale ovviamente anche al contrario e, forse, assume sfumature peggiori. Additare un uomo come omosessuale (o deviato, ho sentito anche questo) solo perché appassionato di romance piuttosto che di ballads o di cucina è… medioevale. I villici, per l’appunto.

E quindi, Masvar, cosa pensi di fare?

Ricordarvi, tramite alcuni esempi veloci, che tutti possono fare (benissimo) tutto.

Il genere non determina le nostre passioni, le nostre inclinazioni, le nostre capacità, il nostro talento, i nostri desideri e le nostre competenze.
Il genere non determina ciò che siamo, amiamo, vogliamo e facciamo.

Sara Masvar

1a – CINEMA

The hurt locker. Uno degli war movies più belli degli ultimi vent’anni. Tralasciando la trama e l’interpretazione, la regia ha qualcosa di sublime, anche e soprattutto nelle scene di suspense e azione. Oscar al miglior film e Oscar al miglior regista. LA migliore regista. Kathyrn Bigelow. Se non l’avete visto recuperate, si trova su Netflix.

the hurt locker, film di guerra diretto da una donna, 2008 USA

1b – CINEMA

Amami se hai coraggio. Un altro film, stavolta d’amore. Anche qua due interpretazioni magistrali per una regia che lascia dentro ogni singola sensazione che la pellicola ti fa provare. Questo, per me, è uno dei migliori film francesi degli ultimi vent’anni (insieme a tutta la filmografia dei Dardenne) e IL regista è Yann Samuell.

amami se hai coraggio, film d'amore diretto da un uomo, francia 2003

2a – MUSICA

Gli uomini sanno scrivere d’amore. Qua gli esempi si sprecavano, davvero, ma io ritengo che Always sia una delle canzoni d’amore (spezzato) più bella e la propongo sempre volentieri. Anche perché, lo ammetto, è una delle poche che ascoltata in un live mi ha fatto piangere.

Se mi chiedessi di piangere per te, potrei farlo
se mi chiedessi di morire per te, lo farei
dai uno sguardo al mio viso,
non c’è prezzo che non pagherei
per dirti queste parole

Bon Jovi – Always

2b – MUSICA

Le donne sanno scrivere di tossicodipendenza. Cat Power è un’artista straordinaria e completa. Dà voce e chitarra alle parole che scrive, coltelli affilati per argomenti complessi. Black ne è un esempio. La conoscono in pochi, quindi trovo sempre corretto riproporla.

Lasciate che vi racconti una storia a proposito del Nero
Quell’unico ricordo e chi me lo ha tirato in faccia
Lui ci stava, e così mi sono fatta un giro
Era quello che si sapeva muovere meglio
Così ho seguito il suo consiglio
Appena due secondi
Se avessi saputo che mi avrebbe trattata così
Sì sì, appena due secondi
Come potevo sapere che mi avrebbe ridotta così?

Cat Power – Black

3a – LETTERATURA

Qua davvero potrei scrivere titoli per ore, la letteratura pullula di scrittori con capacità romantiche eccelse (e questo è anche un po’ dovuto al fatto che l’arte è stata a lungo privilegio maschile) e la maggior parte dei romanzi che mi vengono in mente credo e spero li abbiate letti tutti.

Quindi qua menzionerò un altro genere di “competenza femminile”. L’amore materno, tanto celebrato e fin troppo spesso esaltato, viene messo in ombra da alcuni romanzi dove l’amore paterno è la descrizione di un legame che spesso viene, ancora oggi, sottovalutato.

Se ti abbraccio non avere paura – Fulvio Ervas

3b – LETTERATURA

Qua, invece, voglio fare un omaggio alla categoria alla quale appartengo, ovvero gli autori del panorama self italiano. Ci siamo ritrovate spesso a parlare fra noi alzando gli occhi al cielo per il maschilismo che ancora permea il genere che le due persone che vi sto per citare vanno ad affrontare.

Di Maria Antonietta Capasso e la sua serie UnLimited ve ne ho già parlato, di Chiara Casalini invece parlo volentieri perché il suo La casa di incubi e stelle mi è rimasto letteralmente dentro. Scrivere di mafia e criminalità riesce bene anche alle donne. Leggere le due colleghe sopracitate per credere!

Chiara Casalini

Maria Antonietta Capasso

L’ultima cosa che ci tengo a precisare è che questo modo, ridicolo e abbastanza datato, di pensare rientra a tutti gli effetti in quello che oggi possiamo chiamare ART SHAMING. Se ne sente parlare davvero troppo poco (soprattutto in Italia) ma esiste e non va sottovalutato. Si tratta della parte “mentale” del bodyshaming, arma fin troppo sottile che va a intaccare quello che è, in fondo, anche il nostro talento. Ma questo è un altro post…

See yah.

2 commenti

  • Andrea

    Sono assolutamente convinto che c’è un motivo per cui la pensiamo spesso uguale XD ed è questo: a volte un uomo e una donna la pensano allo stesso modo e si trovano d’accordo, proprio perché la distinzione di genere a volte è semplicemente un limite mentale. Io posso scrivere di romance, tu puoi scrivere di guerra. E quindi? Si parla di processi mentali per un motivo, quindi non mi fermo a nessuna di queste sottigliezze e anzi, mi reputo una persona abbastanza aperta mentalmente da fare i complimenti a chiunque lo merita, sia essa donna che ascolta o scrive o dipinge un genere e anche su un uomo che invece decide di intraprendere altre strade. E non posso non guardare te, Chiara e Maria Antonietta senza ammirarvi.

    • Sara Masvar

      Vero, anzi è proprio perché possiamo fare tutti allo stesso modo che dovremmo essere capaci di differenziarci per altro che non sia solo il nostro genere (o razza, o orientamento sessuale, o religione etc etc etc)

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