Ella Moore, Together as One – Un romanzo scritto per il cinema
Ovvero come può reggersi un romanzo sui soli dialoghi e introspezione risultando credibile e scritto per il cinema
Parto col dire che Ella Moore è la prima autrice del panorama self italiano che ho conosciuto. Il feeling, dettato forse dal maiunagioia che condividiamo nella scrittura, è stato immediato e oggi, dopo due anni, non posso di certo esimermi dal dire pubblicamente che sono contenta di essere sua amica e sono felice di scrivere per lei questo articolo.
Ho iniziato con una sviolinata perché ora vi darò una brutta notizia. Io questo romanzo non l’ho ancora letto però l’ho vissuto. Che vuol dire? L’ho visto nascere e crescere, ho visto le difficoltà che Ella incontrava durante la stesura, dettate principalmente dall’idea geniale e innovativa (anche se lei la descrive come “folle”) di strutturare uno sport romance quasi come se fosse scritto per il cinema.
Cosa vuol dire “scritto come per il cinema“?
Non so quanto voi che mi seguite siate appassionati di sceneggiatura.
Io ho passato un periodo della mia vita a leggere gli script, rigorosamente in lingua originale, dei film che mi piacevano. Questo non fa di me un’esperta del campo, ovviamente, però posso dire che ha di certo aumentato il mio bagaglio cinemaniaco.
Il romanzo di Ella Moore, sin da quando era ancora un’idea, mi ha ricordato proprio gli scritti cinematografici. Ella, con Together as one, ha scelto di buttarsi a capofitto in un esperimento originale, a tratti sovversivo, che io ho appoggiato con entusiasmo sin dal primo momento.
Sì, ma cosa c’entra TAO col cinema?
Non ci voglio girare intorno. Scrivere dialoghi non è semplice, neppure per la sottoscritta. Ci sono da valutare i registri stilistici, le piccole caratteristiche che distinguono un personaggio dall’altro. Il pericolo dei cosiddetti spiegoni è sempre dietro l’angolo ed è facile inciampare nell’assurdo, che è un po’ il contrario di ciò che dovrebbe fare un dialogo. Il realismo è alla base di tutto, quando si scrive il parlato.
Per questo credo che il cinema sia una palestra di prim’ordine per quanto riguarda le conversazioni e, dai tanti film macinati, ho estratto una mia personale lista di “dialoghi da film” degni di nota.
6 dialoghi nel cinema che meritano considerazione
Anche se non ci avevi mai fatto caso prima, troppo preso da altri dettagli del film in questione
1 – Il cavaliere oscuro, Nolan
Durante l’interrogatorio uno straordinario Ledger/Joker ha la meglio su un altrettanto bravo Bale/Batman usando solo la dialettica. A fronte di uno scambio di battute al vetriolo l’eroe diventa parte lesa e immorale, violenta e cattiva. A mio avviso, questo è la vera scena madre del film, dove i ruoli all’improvviso si ribaltano e grazie a uno studiato dialogo, per un attimo, entriamo in empatia più col cattivo che col buono. Non è cosa da sottovalutare, la capacità di far passare i personaggi negativi come fragili e comprensibili.
2 – Whatever Works, Allen
Il grande valore dei film di Woody Allen sono i dialoghi, chi dice il contrario mente. Sa far ridere, riflettere, piangere e capire. Allen, da sempre, non è maestro di regia e di qualità visiva (a tratti, almeno secondo me, discutibile) ma è re di trame umane, sarcastiche ma comunque profonde. Avrei potuto mettere un suo film a caso, esclusi quelli più recenti, ma ho scelto proprio Larry David/Boris, uno dei personaggi dell’universo Allen che preferisco e che dice una delle cose che, in troppi, prendiamo alla lettera.
3 – American History X, Kaye
Io trovo geniale questo film in generale, è uno dei miei preferiti sull’argomento. Tratta l’odio come razziale come hanno saputo fare in pochi. Rabbia, tormento, idealismi e pregiudizi si fondono in un mix brillante che esplode nei dialoghi. Taglienti e crudi. Anche qua la tematica dell’antieroe fragile è presente e ben sviluppata, arricchita però da uno stravolgimento di pensiero e ruoli. La chicca, per me, resta però il tema di Furlong/Danny.
4 – Carnage, Polanski
Ambientazione in un ambiente unico, quattro protagonisti, cinismo schietto, registro stilistico teatrale per un film che, fra una risata e l’altra, lascia anche un profondo significato dietro di sé. Vittime e carnefici, qual è il confine spesso sottile che li separa? Come ogni film figlio del teatro, Carnage si regge interamente sulle parole e sulla gestualità.
5 – Fa la cosa giusta, Lee
Spike Lee è un maestro del dialogo politicamente s-corretto. Avrei voluto inserire il suo film che presenta uno dei monologhi a mio avviso più bello della storia del cinema moderno, La 25a ora, ma non volevo essere ripetitiva coi protagonisti (già, Norton è uno dei miei attori preferiti). Quindi ho scelto un film sul dialogo. Il dialogo mancante e/o inesistente che vede ogni piccola etnia discriminata dai più discriminati di sempre. Un film drammaticamente vero e molto potente che, anche grazie a scambi di battute al vetriolo, ci fa riflettere su cosa sia il razzismo e su come sia presente ovunque, dovunque e per chiunque. (per approfondire, se volete, vi invito a leggere questo articolo su The Vision)
6 – Moebius, Ki-Duk
Con l’ultimo film vado controcorrente e propongo un titolo dove il silenzio fa da padrone. Un film difficile, che tratta argomenti difficili e lo fa in un modo… difficile. Qua il CW è in obbligo di segnalazione ma il film, come qualsiasi altro prodotto del regista coreano recentemente scomparso, è immenso. L’eccezione che conferma la regola, il cinema esiste anche solo di immagini, soprattutto se fatte bene. Ma non l’ho scelto solo per questo!
Quindi, si può scrivere un romance usando solo dialoghi e stream of consciousness?
Ecco il secondo motivo per la scelta di Moebius. Fare cinema affidandosi esclusivamente alle immagini è una sfida. C’è un filone di artisti, eclettici e progressisti, che ama cogliere la palla al balzo e lanciarsi in avventure a tratti incerti che, però, potrebbero dare enormi soddisfazioni.
Ed è stata proprio questa la grande sfida di Ella Moore, dare massima credibilità a una storia scritta in modo molto diverso dal solito.
Ci sarà riuscita?
Qua lascio la parola a voi, cari miei, io non sto qui a fare recensioni, sto qui a ricordarvi che l’arte non è fatta solo di un’unica idea e un unico pensiero. L’arte è fatta di persone, innovazioni e sperimentazioni continue.
TUTTE LE ALTRE TAPPE
NB: Il blogtour è stato organizzato dalla sottoscritta. Se avete bisogno di un servizio simile, domande o richieste non esitate a contattarmi
- SCHEDA LIBRO
- Titolo romanzo: Together as one – against all others
- Autore: Ella Moore
- Genere: Sport romance – Crime
- Numero pagine: 292
- Casa editrice: Indipendently Published
- Data di uscita: 14 febbraio 2021
- Codice IBSN: 9798579639424
- Prezzo E-book: 2.99 €
- Prezzo cartaceo: 13.90 €
- Disponibile su Kindle Unlimited
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