Shakespeare, l’amore e Sarah Brandolini

Leggendo La mia vera scommessa di Sarah Brandolini mi è venuta naturale una domanda.

Shakespeare = Amore. Questa è una comparazione inevitabile, che facciamo sempre tutti, eppure vi siete mai chiesti perché, proprio il Sommo, viene sempre citato quando si parla del sentimento più nobile?

«Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.»

William Shakespeare

Fermatevi un attimo a riflettere.
Shakespeare era un poeta dell’amore vero, logorato dal tempo e dai vizi, segnato dagli eccessi e dagli sbagli, pregno di dolore e disperazione. Ogni sua singola storia d’amore, per quanto stupenda, prevede una -gigantesca- quantità di angst. Parliamo della più famosa (e anche più spesso portata in scena).

Romeo e Giulietta.

Un amore folle e disperato, tormentato da lotte e massacri, pregno di sangue, lotte intestine e perdite. Molti la vedono come LA storia d’amore per eccellenza, perché il sentimento -adolescenziale, non scordiamocelo- fra il bel Montecchi e la dolce Capuleti è quanto di più nobile esista. Sincero, puro, immenso. Ma, di contro, abbiamo tutto ciò che fa da contorno fatto di famiglie in guerra, veleni e morte.

Quindi, è davvero corretto continuare a chiamare Shakespeare “il poeta dell’amore“?

Per quanto mi riguarda, sì. La mia visione cinica della vita si sposa alla perfezione con ciò che è stato in grado di raccontare il caro, vecchio William. L’amore tocca picchi assoluti di gioia, bellezza, godimenti e positive vibes ma, di contro, è fatto anche di tagli nell’anima, sofferenza, patimenti e scelte azzardate.

Proprio su queste ultimo voglio soffermarmi adesso.

Scelte azzardate, sempre sbagliate?

Ofelia perde la vita, Desdemona viene uccisa, Lady Macbeth è serpe avida sulla spalla del marito. Donne di grandi virtù positive ma anche, soprattutto, venate di doti negative che le rendono reali. Palpabili, sincere, vere. Donne come noi che amano, rischiano, perdono, ricominciano, soffrono. Donne che si mettono in gioco.

Proprio questo, dei romanzi e dello stile narrativo di Sarah Brandolini, io apprezzo tantissimo. I suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, sono persone proprio come noi, con sentimenti realistici, talvolta tanto sinceri da sembrare quasi il riflesso stesso di ciò che siamo tutti nella vita vera. Ridono delle disgrazie, seppur nel loro dolore, e si tengono stretto ciò che hanno di bello ambendo in continuazione a superarsi. Anche se è poco, megl’ e nient.

E in questo suo ultimo romanzo breve, Sarah gioca il tutto per tutto infilando una se stessa letteraria come protagonista in mezzo ai protagonisti dei suoi altri due lavori. Un metateatro (a cui è dedicata una tappa del blogtour a cura di Maria Antonietta Capasso) scanzonato e divertente, proprio com’è Sarah nella vita, ma anche ricco di sentimenti, dolcezza e pillole di vita.

Credo proprio che Shakespeare sarebbe fiero dei personaggi che Sarah, la Brando, sa tirare fuori. E credo anche che sarebbe fiero pure di lei.

PS: Ne La mia vera scommessa, l’ultimo romanzo di Sarah Brandolini, troverete… anche me! Che state aspettando a preordinarlo?

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